Number 3 - 30.06.2025

Il Collegio di ingegneria chimica e dei materiali: dove la didattica prende forma 

by Davide FISSORE

Dall’ottobre del 2024 ricopro, per il secondo mandato e sino al settembre del 2027, il ruolo di Coordinatore del Collegio di Ingegneria Chimica e dei Materiali, cui spetta l’organizzazione e la gestione di Corsi di Studio (CdS) dell’area dell’Ingegneria chimica e dell’Ingegneria dei materiali.

Sono stati anni di piccole e grandi trasformazioni, che hanno visto il numero di iscritti al Collegio passare da 1304 a 1440 dall’Anno Accademico 2021-2022 al 2024-2025, con evoluzioni differenti all’interno dei vari CdS che riflettono sia dinamiche nazionali, sia le innovazioni dell’offerta didattica.

In particolare, l’introduzione del curriculum in inglese nel CdS in Ingegneria dei Materiali per l’Industria 4.0 e dei due percorsi Erasmus Mundus Joint Master (Multiphase Systems for Sustainable Engineering e Manufacturing 4.0 by intElligent and susTAinable technologies) ha consentito di portare il numero di studenti internazionali da 18 a 212. Un ulteriore incremento è atteso dall’attivazione del curriculum in inglese nel CdS di Ingegneria Chimica e dei Processi Sostenibili a partire dal prossimo Anno Accademico.

L’offerta didattica è stata ampliata anche con l’attivazione dei Twin Track Master Program che hanno coinvolto i CdS in Ingegneria Chimica e dei Processi Sostenibili, Ingegneria Energetica e Nucleare e Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio, raccogliendo l’eredità del progetto sperimentale di alta formazione "Tecnologie per le transizioni".

Nel 2024 il CdS in Ingegneria Chimica e dei Processi Sostenibili è stato poi oggetto della Visita di Accreditamento da parte di ANVUR, conseguendo un giudizio positivo che ha contribuito alla valutazione pienamente soddisfacente del nostro Ateneo.

In questi anni ho potuto osservare un grande impegno da parte di molti colleghi e molte colleghe nelle tante attività del Collegio, oltre al continuo supporto, economico e non solo, da parte di DiSAT.

Nuove sfide deriveranno ora dall’implementazione del nuovo modello didattico dell’Ateneo, occasione che mi auguro possa stimolare una riflessione sulla attività didattica che ci vede quotidianamente impegnati, per metterci in condizione di sfruttare al meglio i nuovi strumenti a nostra disposizione.

Sono certo che, grazie al nostro comune senso di responsabilità e alla dedizione di tutte le persone coinvolte, continueremo a rafforzare la qualità e la reputazione internazionale dei nostri programmi educativi negli anni a venire.

Una marcia in più per gli Affari Generali

by Carla ALGIERI

Negli ultimi due anni il nostro Ateneo è stato coinvolto in un forte processo di riorganizzazione delle funzioni amministrative e tecniche al fine di favorire le attività dei Distretti dei Dipartimenti. Ciò è avvenuto attraverso l’individuazione di professionalità ad essi dedicate in analogia con quanto effettuato con le Direzioni e strutture in staff alla Direzione Generale dell’Amministrazione.

Cosa cambia, in pratica?

All’interno della nuova organizzazione è stata definito l’ambito "Unità Affari Generali", che raccoglie diverse funzioni. Vediamole insieme:

Segreteria Generale

Questo ambito include le attività svolte dalla Segreteria del DiSAT (Ingresso 3). Qualche esempio?

  • Consegna chiavi, cancelleria e spedizioni
  • Gestione documentale su piattaforma TITULUS (protocollo, PEC)
  • Pubblicazione determine, gestione archivio digitale e presenze
  • In più, offre supporto per l’organizzazione di pranzi/cene istituzionali e per la raccolta delle adesione delle quote associative individuali del personale il cui pagamento è in capo all’Ufficio Contabilità.

Personale di Ricerca

Le attività sono suddivise tra due uffici:

  • Il primo si occupa di assegni e borse di ricerca, borse di dottorato, gestione del personale docente e ricercatore, collaborazioni esterne e convenzioni di ospitalità/ finanziamento. Cura anche la gestione degli organi dipartimentali.
  • Il secondo, la Segreteria didattica dei corsi di dottorato, affianca i Coordinatori nella gestione dei Collegi, degli aspetti amministrativi, didattici e contabili, oltre a supportare le elezioni e a fare da ponte con il Nucleo Dottorato.

Comunicazione e Terza missione

  • Qui troviamo tutte le attività legate alla promozione della ricerca e dell’innovazione, dall’aggiornamento del sito web, alla comunicazione dei progetti, fino all’organizzazione di eventi, workshop e webinar.
  • Il supporto per la diffusione della comunicazione relativa a seminari, convegni di interesse dipartimentale e non solo
  • La raccolta delle informazioni relative alle attivita’ di Terza Missione o di impatto sulla società esterna (Polito per il Sociale – POPS)

Didattica e Progetti Finanziati legati a percorsi didattici

Infine, l’Unità gestisce anche attività didattiche legate a progetti come Erasmus Mundus Joint Master, le pratiche di tirocini in ingresso per studenti e dottorandi internazionali e in uscita per gli studenti immatricolati ai corsi di Laurea afferenti al Dipartimento.

Vuoi saperne di più?

Per dettagli su chi fa cosa, contatti e organizzazione, consulta la presentazione completa disponibile a questo link.

WHAT A PHD!

Conosciamo i dottorandi dei corsi di dottorato DiSAT, mentre riflettono sul loro percorso tra la ricerca e la vita accademica.

Leonardo di Bari

Dottorando in Fisica

39o ciclo

Ciao, come ti chiami e in quale gruppo di ricerca lavori?

Mi chiamo Leonardo Di Bari e sto lavorando con Andrea Pagnani.

Puoi descrivere brevemente la tua ricerca di dottorato?

Progetto modelli di machine learning interpretabili per simulare l’evoluzione delle proteine, utilizzando strumenti di intelligenza artificiale e statistica per scoprire pattern nei dati biologici. La ricerca mira a migliorare la comprensione del comportamento delle proteine e delle dinamiche evolutive, con potenziali applicazioni in biotecnologia, scoperta di farmaci e ingegneria biomolecolare.

Cosa ti ha entusiasmato di più del tuo lavoro di dottorato finora?

La possibilità di approfondire un argomento e creare collaborazioni con persone diverse.

Quali difficoltà hai incontrato durante il dottorato?

È stato complicato creare una cotutela con la Sorbonne Université a causa della burocrazia. Inoltre, ho dovuto accettare lentamente il fatto che, la maggior parte del tempo, il lavoro consiste nel cercare di risolvere problemi e fare debug. Ora lo apprezzo, ma all’inizio è stato difficile abituarmi.

Cosa ti ha spinto a iniziare un dottorato, e perché proprio al DiSAT?

Mi è piaciuto molto il progetto di tesi magistrale e il modo di ragionare nella ricerca. Poi mi ha interessato il tema di ricerca di Andrea Pagnani e così sono entrato al DiSAT.

Guardando al tuo percorso, hai qualche riflessione o consiglio per i futuri dottorandi? Qualche aneddoto memorabile?

Consiglierei di fare un breve stage per capire se davvero si vuole fare ricerca. Se non ti piace l’argomento di ricerca, è difficile portare avanti un dottorato. Per me la tesi magistrale è stata molto utile.

Hai già deciso i tuoi prossimi passi professionali? Vuoi condividerli con noi?

Non ancora.

Ciao, come ti chiami e in quale gruppo di ricerca lavori?

Mi chiamo Paola Meli, sono un’ingegnera chimica e lavoro nel gruppo di ricerca in Tecnologie Chimiche ed Elettrochimiche dell’Università di Palermo.

Puoi descrivere brevemente la tua ricerca di dottorato?

La mia ricerca di dottorato si concentra sulla riduzione elettrochimica della CO₂ in prodotti a più alto valore aggiunto. Studio diversi sistemi e condizioni operative per ottimizzare l’efficienza e la selettività del processo.

Cosa ti ha entusiasmato di più del tuo lavoro di dottorato finora?

Ciò che ho apprezzato di più del mio dottorato finora è la possibilità di lavorare su un tema che ha sia rilevanza scientifica che impatto ambientale. Apprezzo anche la sfida costante del problem-solving e l’opportunità di collaborare con ricercatori provenienti da ambiti diversi.

Quali difficoltà hai incontrato durante il dottorato?

Una delle principali difficoltà affrontate durante il dottorato è stata la gestione dell’incertezza sperimentale e dei risultati inattesi, che spesso richiedono di ripensare l’impostazione o l’approccio. Anche conciliare le varie attività come ricerca, scrittura e talvolta insegnamento è stato impegnativo, ma mi ha permesso di crescere sia professionalmente che personalmente.

Cosa ti ha spinto a iniziare un dottorato, e perché proprio al DiSAT?

Sono sempre stata profondamente affascinata dal potenziale della scienza e della tecnologia nel rispondere alle sfide globali, in particolare quelle legate alla sostenibilità ambientale. Ho scelto di intraprendere il dottorato al DiSAT per il suo forte orientamento alla ricerca d’avanguardia nei settori della scienza dei materiali e delle tecnologie industriali, perfettamente in linea con i miei obiettivi di ricerca.

Paola Meli

Dottorando in Materiali, Processi Sostenibili E Sistemi Per la Transizione

39o ciclo

Valeria Sperati

Dottoranda in Scienza e Tecnologia dei Materiali

39o ciclo

Ciao, come ti chiami e in quale gruppo di ricerca lavori?

Valeria Sperati, GAME Lab.

Puoi descrivere brevemente la tua ricerca di dottorato?

La mia ricerca di dottorato è incentrata sullo studio all’avanguardia di alcuni tipi di elettrodi positivi utilizzati nelle batterie ricaricabili al sodio di nuova generazione. Il focus principale è su una particolare classe di materiali, chiamati ossidi stratificati. Si tratta di uno studio a tutto tondo, che parte dalla sintesi dei materiali e prosegue con la modellazione fino all’assemblaggio della cella.

Cosa ti ha entusiasmato di più del tuo lavoro di dottorato finora?

Mi piace il fatto che, all’interno dello stesso progetto, sia possibile fare molte cose diverse e imparare continuamente, non solo dal punto di vista scientifico ma anche da quello gestionale.

Quali difficoltà hai incontrato durante il dottorato?

Ho sentito il peso di dover prendere alcune decisioni e difendere i miei risultati scientifici, ad esempio durante le conferenze. Ma è anche l’aspetto più gratificante di questo percorso.

Cosa ti ha spinto a iniziare un dottorato, e perché proprio al DiSAT?

Ho deciso di iniziare il dottorato perché durante la tesi magistrale ho vissuto un ambiente di amicizia, collaborazione e valorizzazione che mi è piaciuto molto. Ho scelto il DiSAT perché è un dipartimento di eccellenza e all’avanguardia nel tema di ricerca che mi interessa. Inoltre, qui ho trovato un gruppo straordinario.

Guardando al tuo percorso, hai qualche riflessione, consiglio per i futuri dottorandi o aneddoto da condividere?

Probabilmente direi semplicemente di godersi il viaggio e le persone con cui lo si condivide. E di non preoccuparsi se a volte le cose non vanno come ci si aspettava, perché alla fine anche gli intoppi servono per arrivare a destinazione.

Hai già deciso i tuoi prossimi passi professionali? Vuoi condividerli con noi?

Non so ancora cosa vorrò fare in futuro.

Premi al DiSAT

by Chiara Ricci

Premio AIDIC-ORIM 2024

L’Associazione Italiana di Ingegneria Chimica (AIDIC), nell’intento di far conoscere e valorizzare i lavori e gli studi più approfonditi ed innovativi dei giovani laureati, ha indetto per il 2024, un concorso per il conferimento di premi per tesi di Laurea e di Dottorato. Per partecipare al concorso le tesi dovevano trattare temi connessi agli ambiti di applicazione dell'Ingegneria Industriale, in particolare dell’Ingegneria Chimica e avere carattere innovativo ed applicativo.

La cerimonia di premiazione si è tenuta venerdì 20 giugno a Roma.

Presenti alla cerimonia il Presidente AIDIC Giuseppe Ricci, l'AD di AIDIC Servizi Giorgio Veronesi - parte della commissione di valutazione - l'AD di ORIM Alfredo Mancini, il Segretario Generale di AIDIC Andrea Amoroso e diversi Membri del Consiglio Direttivo dell'Associazione.

Il secondo premio in ambito Tesi di Dottorato è andato a David Javier Castro Rodriguez, assegnista di ricerca DiSAT,

per il suo lavoro dal titolo “MODELLING INDUSTRIAL VULNERABILITIES WITHIN A MULTIHAZARD FRAMEWORK FOR THE RESILIENCE OF THE TERRITORIES”.

David ha conseguito il Dottorato in Ingegneria Chimica a novembre 2024 sotto la supervisione dei docenti Micaela Demichela e Antonello Barresi con particolare attenzione alla modellazione delle interazioni tra sistemi industriali e ambienti multirischio per migliorare le prestazioni degli asset e la resilienza del territorio. Dal 2010 al 2020 ha lavorato come ricercatore permanente presso il Centro de Estudios Ambientales de Cienfuegos (CEAC) a Cuba, contribuendo a progetti nazionali e internazionali. Dal 2020, svolge attività di ricerca in DiSAT in stretta collaborazione con il Centro Interdisciplinare Responsible Risk Resilience (R3C). Attualmente assegnista di ricerca svolge la sua ricerca nel partenariato esteso RETURN (multi-Risk sciEnce for resilienT commUnities undeR a changiNg climate), un'iniziativa nazionale finanziata nell'ambito del PNRR.

III edizione PoliTO Student Contest on Drying and Freeze Drying

Si è svolta nelle aule R del Politecnico di Torino, lo scorso 13 giugno la presentazione e premiazione dei lavori selezionati per la III edizione del PoliTO Student Contest on Drying and Freeze Drying, sponsorizzato dal DiSAT ed evento collaterale del Workshop Freeze-drying/Lyophilization of Pharmaceutical Products che si terrà a Novara nel prossimo Novembre.

Al termine della presentazione dal vivo dei progetti da parte dei 6 team partecipanti, la Commissione selezionatrice formata dai docenti Antonello Barresi, Davide Fissore, Roberto Pisano e dalla dr.ssa Fiora Artusio, ha decretato, sulla base dell’attinenza alla tematica del bando e qualità della proposta in termini di rigore metodologico, innovatività e sostenibilità e della qualità della presentazione i tre team vincitori.

Il primo premio è stato assegnato al TEAM 2 formato da Moreno Puglie e Desirè Capoccia, con il progetto “Energy integration strategies for batch and continuous freeze-drying processes”; 

Al secondo posto, si è piazzato il Team 3 formato da Stefano Cocchia e Edoardo Matta con il progetto “Continuous vs batch processing”, 

Il Team 6 formato da Daniele Salvati e Giulia Iozzia si è piazzato al terzo posto con il progetto “Integrazione di film a base di nanodiamanti NV per il monitoraggio non invasivo della temperatura dei flaconi nel processo di liofilizzazione”.

Raccontare la Ricerca – Una sfida importante

by Chiara RICCI

Nell’ambito delle azioni dell’Ateneo per supportare il Public Engagement e lo scambio con la società, è stato organizzato il 19 e il 20 giugno u.s. un corso di formazione sulla Comunicazione e lo storytelling della ricerca dal titolo “Comunicare la ricerca alla cittadinanza".

La formazione, è stata suddivisa in due moduli con un programma di formazione coordinato da Massimiano Bucchi, Professore di Scienza, Tecnologia e Società e Direttore del Master internazionale in "Communication of Science and Innovation" presso l’Università degli Studi di Trento, in collaborazione con la VIU – Venice International University, Ateneo impegnato sui temi della comunicazione nell’ambito del progetto europeo COALESCE.

Si è rivelato un corso molto interessante e interattivo, non avrebbe potuto essere diversamente, per dare la possibilità ai ricercatori e alle ricercatrici presenti di confrontarsi con i relatori su casi concreti. Per questo è sembrato doveroso condividere queste informazioni attraverso DiS@Time. È emerso molto chiaramente, come, nel Comunicare la Ricerca al di fuori di ambiti tecnici ci siano dei principi e delle regole alle quali è necessario attenersi per fare in modo che ci sia coinvolgimento, che il messaggio possa arrivare chiaramente, che chi ascolta non si annoi e non perdere di vista l’accuratezza dei dati scientifici.

Fondamentale la consapevolezza che una Public Communication debba essere diversa dalla Scientific Communication e che la prima possa essere concepita su tre livelli: Disseminazione, Dialogo, Partecipazione. E’ poi in relazione al tipo di pubblico a cui la Comunicazione si rivolge, che si deve definire il contesto, il linguaggio, lo stile.

Il progetto europeo Horizon 2020 QUEST - QUality and Effectiveness in Science and Technology communication (questproject.eu) promosso dalla Venice International University con importanti partner europei, nel fare il punto sulla comunicazione scientifica e definire criteri di qualità ha predisposto una checklist a supporto per chi faccia comunicazione scientifica. L’obiettivo è quello di offrire ai cittadini una comunicazione efficace e affidabile su argomenti scientifici che generalmente hanno un impatto significativo sulla loro vita quotidiana.

Ed ecco allora alcuni suggerimenti concreti:

1. Tempo per prepararsi

La comunicazione non si improvvisa! È come uno spettacolo teatrale: va provato, curato, rifinito. Dedicale il tempo che merita.

2. Conosci il tuo pubblico

Chi hai davanti? Studenti? Esperti?

3. So what?

Perché dovrebbe interessare? Trova il cuore della tua ricerca, quello che fa dire: “Ah, interessante!”

4. Less is more

Tre messaggi chiari, non uno di più. Se non sono chiari a te, non lo saranno per nessuno.

5. Message Framing

Ogni messaggio ha bisogno di un contesto. Positivo o negativo? Non importa. Ma racconta da dove arriva.

6. Collegamenti familiari

Usa esempi, notizie o riferimenti che il pubblico già conosce. È come parlare la loro lingua.

7. Passione!

Se non ti emozioni tu, non si emoziona nessuno. La passione è contagiosa.

8. Storytelling

Le storie catturano, restano, emozionano. Racconta la tua ricerca come un’avventura.

9. Frasi brevi, parole semplici

Sii chiaro, diretto, preciso. Niente giri di parole.

10. Dialogo

Coinvolgi, chiedi, ascolta. Ma anche questo va preparato. Il dialogo è un’arte.

11. Test con non esperti

Hai un bambino di 9 anni a disposizione? Perfetto! Se capisce lui, capiranno tutti.

12. Scettici e diffidenti

Non difendere a spada tratta. Riconosci i limiti, mostra umiltà e preparati a rispondere con intelligenza.

L’efficacia della comunicazione va misurata sempre secondo alcuni principi:

E gli obiettivi devono sempre essere SMART ossia:

S – Semplice

M – Misurabile

A – Achievable (Raggiungibile)

R – Rilevante

T – Time-based (Temporizzato)

Una parte del corso è stata dedicata alla Comunicazione visiva, all’utilizzo di grafici, Immagini, diagrammi.

Anche in questo caso fondamentale definire: Pubblico, Mezzo, Scopo per ottenere i risultati migliori.

Ecco qualche suggerimento:

Grafico

  • Pubblico: sa sempre a chi sta parlando
  • Accessibilità: chiari anche per i più distratti
  • Contesto: mai senza spiegare da dove arriva
  • Palette di colori: ogni colore ha un significato, e mai a caso!
  • Design: elegante, ordinato, irresistibile

Diagramma

  • Punti elenco: ama la sintesi
  • Parole chiave: parla per concetti
  • Relazioni fra punti: collega tutto con logica impeccabile
  • Mappe mentali: il suo superpotere è la chiarezza strutturale

Immagine

  • Evocative: ogni immagine racconta una storia
  • Autentiche: tocca le corde giuste
  • Illustrative: rende visibile anche l’invisibile e semplice il complesso

In conclusione ecco lo Storytelling: nel racconto inserisco la ricerca, le sfide, le avversità, gli aiutanti. C’e’ un /a protagonista che intraprende un viaggio e ne esce trasformato/a. L’attenzione è assicurata ancora di più se la storia racconta di persone, di eventi semplici e familiari.

Molto altro è stato illustrato e se avete desiderio di approfondire o chiedere informazioni la Commissione Cultura & Comunicazione DiSAT è a vostra disposizione.