Number 5 - 16.09.2025

Ingegneria Chimica al DiSAT: percorsi di studio per un futuro sostenibile

by Fabio DEORSOLA

In qualità di membro di riferimento della facoltà dei programmi di Ingegneria Chimica, vorrei illustrare in questo quarto numero l'offerta formativa del DiSAT in questo campo.
La laurea triennale in Ingegneria Chimica e Alimentare offre una solida formazione in ingegneria industriale, in linea con la forte tradizione del Politecnico di Torino, unita alle competenze specifiche nella lavorazione chimica e alimentare.
Gli studenti approfondiscono sia i processi tradizionali, come la trasformazione delle materie prime e la produzione di massa, sia i processi specifici, spesso più complessi, dell'industria alimentare. La loro formazione copre tutti gli aspetti, dalla chimica e termodinamica alla sicurezza, al controllo dei processi e alla sostenibilità ambientale. Le lezioni combinano la teoria con il lavoro pratico in laboratorio, simulazioni e apprendimento basato su progetti, offrendo una preparazione al mondo reale sin dalle prime fasi. I laureati sono preparati a partecipare alla progettazione, al funzionamento e alla gestione di impianti chimici e operazioni industriali, nonché ad essere assunti in laboratori di ricerca e sviluppo e reparti commerciali, in un'ampia gamma di settori, tra cui l'industria chimica e alimentare, le aziende farmaceutiche, i servizi ambientali, la pubblica amministrazione e le società di consulenza.

Il Master in Ingegneria Chimica e dei Processi Sostenibili approfondisce la formazione del corso di laurea triennale e si concentra sull'innovazione dei processi in un'ottica di sostenibilità, riducendo il consumo di energia e materie prime e la produzione di sostanze pericolose.
Gli studenti possono scegliere una delle quattro specializzazioni: Ingegneria Chimica per la Transizione Verde (tenuta interamente in inglese), Biotecnologie Alimentari, Progettazione e Sviluppo di Processi e Sostenibilità dei Processi e dei Prodotti nell'Industria Chimica.
Grazie ai forti legami del programma con l'industria, gli studenti partecipano a stage, progetti di tesi collaborativi e sfide di innovazione. Viene inoltre offerta una formazione multidisciplinare attraverso un programma a doppio binario, con la possibilità di ottenere un secondo Master in Ingegneria Energetica e Nucleare o Ingegneria Ambientale e del Territorio aggiungendo un anno al percorso di studi.
La dimensione internazionale è forte, con programmi Erasmus Mundus e partnership accademiche di doppia laurea.
I tassi di occupazione sono molto elevati, con la maggior parte dei laureati che trova un lavoro entro tre mesi e stipendi iniziali medi superiori alla media nazionale per gli ingegneri industriali. I laureati sono molto ricercati in settori quali la produzione chimica, alimentare e delle bevande, la biotecnologia e l'industria farmaceutica, l'ingegneria energetica e ambientale, la sicurezza dei processi e il controllo qualità, la valorizzazione dei rifiuti, la ricerca e lo sviluppo, l'automazione industriale e l'innovazione.
Vi invito a seguire le attività dei programmi di Ingegneria Chimica attraverso i nostri social e il nostro sito web.

Tra cortisolo e ossitocina: il lavoro quotidiano della Commissione Didattica

by Barbara BONELLI

Care Colleghe e Cari Colleghi,

In questo numero ho l’onore di illustrarvi alcune attività della nostra Commissione Didattica.

Il nostro Dipartimento offre all’Ateneo numerosi Insegnamenti (circa trecento!) che spaziano dalle materie di base a quelli dei nostri CdS. Si tratta di un’offerta molto variegata che riguarda diversi rami del sapere, a vario livello. Recentemente, abbiamo avuto l’opportunità di illustrare sulla Guida Università del Gruppo24Ore le peculiarità delle attività didattiche, oltre che di ricerca, del DiSAT. E’ stata un’occasione per buttare il cuore al di là della siepe e cimentarci con la stesura di un articolo, per una volta, non scientifico. Il tutto si è concluso con una goccia di dopamina, perché è stato veramente piacevole leggere il nocciolo delle cose che facciamo scritto nero su bianco (anzi, su rosa!).

Gli insegnamenti erogati dal DiSAT riguardano discipline che combinano approcci scientifici e tecnologici, da cui risulta cruciale il carattere “esperienziale”. Ciò implica l’utilizzo di diversi laboratori frequentati da una moltitudine di studenti che, come una popolazione abbastanza numerosa di elettroni, fluttuano nel Dipartimento, lasciando traccia di sé e portando con sé esperienze e nuove competenze. Vi risparmio la storia dell’equazione dell’amore per evitare guai con il fantasma di Dirac, ma vi basti sapere che la centralità della didattica esperienziale è stata il motore che ci ha spinti a scrivere un progetto incentivante incentrato su essa. Grazie alla costituzione di un nutrito e variegato Gruppo di Lavoro, abbiamo messo sul piatto le nostre competenze didattiche, scientifiche e tecniche per elaborare idee e soluzioni atte a rinnovare non solo i laboratori, ma anche i contenuti delle attività esperienziali, per procedere verso il nuovo modello didattico e soddisfare le esigenze della didattica innovativa. Da alcuni mesi, tutti noi siamo coinvolti a vario titolo in discussioni “adrenaliniche” sulla progettazione del nuovo modello didattico di Ateneo, che richiederà un cambio di paradigma stimolante, ma non certo semplice. Le diverse aree sono impegnate a lavorare per ottenere il meglio per i nostri studenti e i nostri docenti. Avremo bisogno di giovani virgulti e vecchie glorie (come la sottoscritta), per dosare freschezza e esperienza e affrontare con le nostre forze questa Olimpiade a cui parteciperemo, dopati solamente di ossitocina, sperando di vincere qualche medaglia (e qui se ho evitato di infastidire il fantasma di Dirac, non so come me la caverò con quello di de Coubertin).

Con tali premesse, è chiaro che l’attività della Commissione si svolge in modo continuativo nel corso dell’Anno Accademico, ma con alcuni “picchi di cortisolo”. Si veda la proposta delle cosiddette “coperture” degli insegnamenti. La nostra proposta didattica è frutto del lavoro solerte di alcuni colleghi di riferimento per le diverse aree culturali che, interfacciandosi con noi docenti, compilano letteralmente un puzzle che va “rimodernato” e adeguato alle oscillazioni dell’offerta formativa e ai compiti attesi dei nostri docenti di anno in anno (rispettando le scadenze e altri requisiti appassionanti). Tutto ciò non sarebbe possibile senza la collaborazione di tutte e tutti e il supporto di alcuni validi tecnici amministrativi per interfacciarci in modo efficace con l’Ateneo. Un altro aspetto organizzativo che impatta sulle attività della Commissione è la messa a punto degli orari di lezione per gli insegnamenti dei nostri CdS: ebbene, proprio quest’anno alcune cose sono cambiate, anche nell’ottica dell’ottimizzazione dell’occupazione delle aule di Ateneo, ed è stato fatto tutto il possibile per cercare di adeguarci alla nuova modalità di definizione degli orari (un altro “mini-picco di cortisolo”).

Ovviamente, le attività della nostra Commissione implicano anche dei “picchi di serotonina”, ad esempio quelli che viviamo nel ricordare a chi legge che i premi DiSAT quest’anno sono aumentati, in numero e in importo, per premiare più e meglio i nostri laureati e studenti eccellenti.

Come vedete, non ho fatto nomi di nessun collega. Certamente, il terrore di dimenticare qualcuno ha influenzato la mia scelta (altro cortisolo, mannaggia). Un’ecumenica giustificazione è che la Commissione Didattica è una, e si rinnova spesso, raccogliendo eredità e buone pratiche e accogliendo nuovi componenti pronti ad affrontare le nuove attività, con un sentimento di appartenenza che sa di ossitocina.

Buon lavoro a tutti a nome della Commissione Didattica

Barbara Bonelli

P.S.

Se leggendo questo testo, vi venisse il dubbio che io abbia una passione non tanto passeggera per la chimica, potreste avere ragione.

WHAT A PHD!

Conosciamo i dottorandi dei corsi di dottorato DiSAT, mentre riflettono sul loro percorso tra la ricerca e la vita accademica.

Jovana Babic

Dottoranda in STM

39° ciclo

Ciao, come ti chiami e in quale gruppo di ricerca lavori?

Ciao! Mi chiamo Jovana Babic e lavoro nel gruppo MP4MNT.

Puoi descrivere brevemente la tua ricerca di dottorato?

La mia ricerca si concentra sullo sviluppo di modelli di barriera 3D in vitro integrati con sistemi microfluidici e transistor elettrochimici organici (OECT). L’obiettivo è creare piattaforme fisiologicamente rilevanti per lo studio delle funzioni dei tessuti e dei meccanismi di malattia, nonché per testare la permeabilità e la tossicità dei farmaci. Combinando ingegneria dei tessuti e sensori bioelettronici avanzati, lavoro allo sviluppo di sistemi organ-on-chip con capacità di monitoraggio in tempo reale. Il traguardo finale è fornire strumenti più predittivi per la ricerca biomedica e la medicina personalizzata, riducendo la dipendenza dai modelli animali.

Cosa ti ha entusiasmato di più del tuo lavoro di dottorato finora?

Quello che ho apprezzato di più finora è la natura interdisciplinare del lavoro. Poter combinare ingegneria dei tessuti, microfluidica e bioelettronica organica mi permette di esplorare diversi campi e imparare continuamente nuove tecniche. Trovo estremamente gratificante sviluppare strumenti innovativi che hanno il potenziale di migliorare la ricerca biomedica e le cure per i pazienti. Collaborare con persone di background diversi e vedere come le nostre idee si uniscono è al tempo stesso stimolante e ispirante—ed è ciò che mi motiva ogni giorno.

Quali difficoltà hai incontrato durante il dottorato?

Una delle principali difficoltà è stata gestire la complessità di lavorare all’incrocio di più discipline. Integrare concetti di biologia, elettronica e microfluidica è stato entusiasmante ma impegnativo, soprattutto quando gli esperimenti non andavano come previsto. Inoltre, bilanciare il lavoro pratico in laboratorio con la scrittura, la pianificazione dei progetti e le collaborazioni richiede una buona gestione del tempo. Tuttavia, queste sfide mi hanno permesso di crescere sia dal punto di vista tecnico che professionale, insegnandomi il valore della perseveranza e dell’adattabilità nella ricerca.

Cosa ti ha spinto a iniziare un dottorato, e perché proprio al DiSAT?

Sono stata spinta a iniziare un dottorato dal mio forte interesse per la ricerca e l’innovazione, in particolare nel campo della bioingegneria. Durante la mia tesi magistrale ho avuto l’opportunità di lavorare su tecnologie avanzate di biosensing, che hanno acceso la mia curiosità per esplorare come l’ingegneria possa essere usata per comprendere e replicare meglio i sistemi biologici. Ho scelto il DISAT del Politecnico di Torino per il suo ambiente fortemente interdisciplinare e le competenze nelle micro- e nanotecnologie, scienza dei materiali e bioelettronica. La possibilità di lavorare su progetti all’avanguardia con applicazioni concrete ha reso questo dipartimento il luogo ideale per proseguire il mio percorso accademico.

Guardando al tuo percorso, hai qualche riflessione o consiglio per i futuri dottorandi? Qualche aneddoto memorabile?

Il mio consiglio ai futuri dottorandi è di restare curiosi, avere pazienza con il processo e non aver paura di chiedere aiuto. Cercate di mantenere una mente aperta, soprattutto quando le cose non vanno come previsto: a volte è proprio lì che nascono le scoperte più interessanti. E, soprattutto, godetevi il percorso—è un periodo unico per esplorare, crescere e contribuire a qualcosa di significativo.

Hai già deciso i tuoi prossimi passi professionali? Vuoi condividerli con noi?

Non ho ancora preso una decisione definitiva, ma sono molto interessata a proseguire nella ricerca, sia con un post-doc che in un ruolo di R&D nell’industria biomedica. Mi attraggono in particolare i progetti che combinano bioingegneria e tecnologie innovative di sensing, e mi piacerebbe continuare a lavorare su soluzioni che colmino il divario tra laboratorio e applicazioni cliniche o farmaceutiche reali. Sono anche aperta a opportunità internazionali che mi permettano di ampliare le mie competenze e collaborare con team multidisciplinari.

Ciao, come ti chiami e in quale gruppo di ricerca lavori?

Mi chiamo Francesca Sacchi, faccio parte del GAMMA TEAM e il mio supervisore è Massimo Messori.

Puoi descrivere brevemente la tua ricerca di dottorato?

Il progetto di dottorato ha l’obiettivo di sviluppare resine fotopolimerizzabili ottimizzate per le tecnologie di stampa 3D Vat Photopolymerization (VPP) e Drop-on-Demand Inkjet (DOD IJ). L’attenzione è rivolta all’uso di materie prime di origine biologica o fossile e all’incorporazione di biofiller derivati da scarti industriali, per ridurre l’impatto ambientale, oppure di micro- e nanofiller inorganici per migliorare le proprietà finali dei materiali.

Cosa ti ha entusiasmato di più del tuo lavoro di dottorato finora?

Lavorare in laboratorio, progettando e studiando materiali innovativi, con la speranza che la mia ricerca possa contribuire a migliorare il mondo.

Quali difficoltà hai incontrato durante il dottorato?

Diventare autonoma e indipendente in laboratorio, e imparare a lavorare in modo efficace all’interno di un team.

Cosa ti ha spinto a iniziare un dottorato, e perché proprio al DiSAT?

Credo che il dottorato sia il livello più alto di istruzione per chi ha scelto di intraprendere un percorso universitario, come nel mio caso. Il DISAT si è affermato come uno dei migliori dipartimenti in Italia per gli studenti di scienza dei materiali.

Guardando al tuo percorso, hai qualche riflessione o consiglio per i futuri dottorandi? Qualche aneddoto memorabile?

Sì: non abbiate mai paura di chiedere! Il trucco è non aspettare che i reagenti vengano acquistati, ma scrivere subito alle aziende industriali e chiedere campioni gratuiti. Se aspettate i tempi dell’amministrazione, rischiate di laurearvi di nuovo prima di cominciare!

Hai già deciso i tuoi prossimi passi professionali? Vuoi condividerli con noi?

Attualmente sono al secondo anno di dottorato e mi resta ancora un anno. Spero di rimanere in accademia, perché

Francesca Sacchi

Dottoranda in STM

39° ciclo


Alberto Spessa

Dottore in STM

37° ciclo 

Ciao, come ti chiami e in quale gruppo di ricerca lavori?

Mi chiamo Alberto e faccio parte del gruppo Polymat.

Puoi descrivere brevemente la tua ricerca di dottorato?

Il mio dottorato si è concentrato sull’utilizzo di gruppi reattivi tiolici e disolfurici nelle reazioni di fotopolimerizzazione e sulla preparazione di rivestimenti responsivi a stimoli.

Cosa ti ha entusiasmato di più del tuo lavoro di dottorato finora?

Essere circondato da colleghi disponibili e di supporto.

Quali difficoltà hai incontrato durante il dottorato?

La sfida più grande è stata imparare a gestire i risultati negativi ottenuti nel lavoro sperimentale.

Cosa ti ha spinto a iniziare un dottorato, e perché proprio al DiSAT?

Ho deciso di fare un dottorato per ampliare le mie conoscenze sui polimeri e per avere l’opportunità di interagire con esperti del settore.

Guardando al tuo percorso, hai qualche riflessione o consiglio per i futuri dottorandi? Qualche aneddoto memorabile?

Tre anni passano molto più velocemente di quanto ci si possa aspettare.

Hai già deciso i tuoi prossimi passi professionali? Vuoi condividerli con noi?

Vorrei fare un postdoc all’estero per vivere un’esperienza di ricerca accademica in un altro Paese europeo.

La torre di controllo dei Progetti e Contratti: l’Ufficio Ricerca

by Anna MENCAGLI

Quando si parla di ricerca, spesso pensiamo solo a laboratori pieni di provette, strumentazione high-tech e ricercatori che lavorano senza sosta. Ma dietro ogni grande risultato scientifico c’è anche un’altra “macchina”, che si occupa della gestione amministrativa dei progetti di ricerca e dei contratti commerciali. I numeri parlano chiaro: 437 progetti contabili attivi a inizio 2025[1] , per un valore complessivo che sfiora i 108 milioni di euro. Un incremento del 67% del budget in soli due anni.

L’Ufficio Ricerca, tra Torino ed Alessandria, conta due anime: una lato Progetti e una lato Contratti Commerciali.

Lato Progetti

Qui l’Ufficio Ricerca è come la torre di controllo di un aeroporto: si occupa di tutto quello che serve perché un progetto di ricerca finanziato voli “alto e sicuro”, in sinergia con il corpo docente e ricercatore e con gli altri uffici amministrativi coinvolti.

  • Supporto alla stesura del budget, passando per la predisposizione degli atti amministrativi e gli accordi richiesti in fase di proposal ed in fase di post-award (tra partner e con gli Enti finanziatori), seguendo gli iter approvativi previsti da parte dei Regolamenti di Ateneo.
  • Monitoraggio e Coordinamento: dai Ministeri italiani all’Unione Europea, fino ad altri enti e agenzie, ogni progetto richiede dialogo, regole chiare e tanto lavoro di squadra.
  • Rendicontazione e audit: tradotto, significa tenere i conti in ordine, certificare ogni spesa e garantire trasparenza assoluta.

Il risultato? Solo a febbraio 2025 si contano attivi 133 progetti ministeriali (tra cui il Dipartimento di Eccellenza 2023–2027), 104 europei, 33 con altri enti e 15 regionali.

Lato Contratti

Se i progetti sono la “ricerca finanziata”, i contratti commerciali sono invece la “ricerca su misura” per aziende ed enti esterni. Qui il DISAT diventa un vero partner del tessuto produttivo.

  • Analisi e prove, consulenze, contratti di ricerca ad hoc: dal test di materiali, a contratti per prestazioni specifiche di prevalente interesse di soggetti pubblici o privati.
  • Gare e tender: supporto per la partecipazione a bandi di Ministeri, agenzie spaziali come ESA e ASI
  • Convenzioni e accordi: rapporti di lungo periodo che consolidano la fiducia tra università e imprese.
  • Gestione amministrativa dalla negoziazione dell’accordo alla fatturazione e controllo dell’andamento contabile del progetto in coordinamento con l’ufficio contabilità e gli altri uffici amministrativi coinvolti per le parti di competenza (ufficio personale, ufficio acquisti, …).

A febbraio 2025 si contano 152 contratti commerciali stipulati e attivi, con un valore che supera i 3 milioni di euro.

Questi risultati testimoniano non solo la qualità scientifica, ma anche la capacità del Dipartimento di gestire risorse nazionali e internazionali.

Vuoi saperne di più?

Per dettagli su chi fa cosa, contatti e organizzazione, consulta la presentazione completa disponibile a questo link: DOCUMENTAZIONE C/D/S

[1] Estrazione dei progetti contabili attivi al 7.02.2025.

 

UNIGHT 2025 - DiSAT c'è

by Cultura & Comunicazione DiSAT

La Notte Europea delle Ricercatrici e dei Ricercatori è un’iniziativa promossa dalla Commissione Europea fin dal 2005 che coinvolge ogni anno migliaia di ricercatrici e ricercatori in moltissime istituzioni di ricerca in tutti i paesi europei.

L’obiettivo è di creare occasioni di incontro tra chi fa ricerca e la cittadinanza per diffondere la cultura scientifica e la conoscenza delle professioni della ricerca in un contesto informale e stimolante.

Gli eventi comprendono esperimenti e dimostrazioni scientifiche dal vivo, mostre e visite guidate, conferenze e seminari divulgativi, spettacoli e concerti.

L’Italia ha aderito da subito all’iniziativa europea con una molteplicità di progetti che ne fanno tradizionalmente uno dei paesi europei con il maggior numero di eventi sparsi sul territorio.

Il Politecnico sarà presente con svariate attività e in questo numero vi anticipiamo gli eventi targati DiSAT

  • Ricarica il futuro: supercondensatori ad energia dal sole

Luisa Baudino: Venerdì 26 Settembre, dalle 17.00 alle 24.00 presso il Castello del Valentino

Hai mai pensato di dire addio alle batterie? Vieni a scoprire come allo stand tenuto dai ricercatori della linea di ricerca di Energy Harvesting and Storage (EARN&ST) del gruppo MP4MNT (Materiali e Processi per le Micro e Nano Tecnologie) del DISAT. Un viaggio tra materiali innovativi ed energia sostenibile: come supercondensatori e fotovoltaico di terza generazione si uniscono per alimentare dispositivi indossabili senza batterie. Portabilità e ricarica continua, senza compromessi!

  •  Ingegneria dei materiali: la rivoluzione tecnologica per la transizione industriale:

Valentina Casalegno: sabato 27 settembre 2025, 10:00–18:00 Castello del Valentino

 I materiali avanzati sono il motore silenzioso della transizione verde e digitale. Leggeri, resistenti, intelligenti, rendono possibili innovazioni in energia, mobilità, medicina ed elettronica. Investire in ricerca, competenze e filiere sostenibili significa costruire oggi le fondamenta di un futuro più innovativo, sicuro e competitivo. IL CAMBIAMENTO PARTE DAI MATERIALI!

  • Riduzione della CO2 e produzione di idrogeno: la ricerca europea in prima linea.

Giancarlo Cicero:  venerdì 26 settembre 2025, 17:00–24:00  - Castello del Valentino

La CO₂ è uno dei principali responsabili del cambiamento climatico, ma grazie all’elettrolisi può trasformarsi in idrogeno verde, un combustibile pulito e sostenibile. Nel nostro laboratorio ti mostreremo come questa tecnologia innovativa può trasformare un problema ambientale in una risorsa preziosa.

  • RIPARIAMO IL CORPO UMANO. 

Sara Ferraris: 27 settembre 2025 dalle ore 13:00 alle ore 14:00 presso l’area verde esterna dell’Orto Botanico.

Un gioco di combinazioni per mettere lo strumento giusto al posto giusto e scoprire tante curiosità sul mondo dei biomateriali. Il gioco è anche un’occasione per presentare al pubblico il progetto PRIN-PNRR PROTECTED dedicato allo sviluppo di bendaggi attivi sostenibili.

  • CACCIA AL MATERIALE.

Sara Ferraris

Una caccia al tesoro tra quiz, scatole misteriose e lucchetti da aprire per scoprire il magico mondo dei materiali e delle loro proprietà, dove ognuno ha il suo compito ed è importante il contributo di tutti. Evento nelle scuole.

  •  MI RIFIUTO! di fare rifiuto

Silvia Fraterrigo Garofalo: venerdì 26 settembre 2025, 17:00–24:00. 

È facile buttare qualcosa, va nel cestino, non la vediamo più ed è tutto ok. Ma dove vanno i rifiuti e gli scarti? A volte risorgono e cambiano vita: biomasse e rifiuti solidi urbani, CO2 e vestiti smessi. Con chimica, fisica e biochimica ricaviamo prodotti e sostanze per nuove applicazioni tecnologiche e non solo: vi raccontiamo come!

 

  • La forza di acqua, sole, ed elettricità!

Simelys Hernandez Ribullen: Venerdì 26 Settembre 2025

 La luce solare può svolgere un ruolo importante nella produzione di molecole chimiche. Come? Vi presenteremo un esperimento di elettrolisi, ovvero la scissione dell'acqua, utilizzando non solo la corrente elettrica come fonte di energia, ma anche la luce di una semplice lampada. Useremo dei dispositivi particolari per questo processo, gli elettrodi, che prepareremo in loco proprio come facciamo in laboratorio! 17:00 - 23:59 Castello del Valentino e Orto Botanico

  • Mission Carbon 0

Simelys Hernandez Ribullen: Venerdì 26 Settembre 2025

Ai partecipanti verranno date delle carte rappresentanti diverse azioni quotidiane. Per ognuna di queste carte, ve n'è associata una seconda con la relativa quantità di anidride carbonica generata ed una terza rappresentante la soluzione per ridurre l’emissione di CO2. Aiutati da un facilitatore, i partecipanti dovranno indovinare quanta anidride carbonica corrisponda ad una determinata azione! - 20:00 - 21:00 Orto Botanico di Torino Area Play P4, Auletta I

  • A caccia di CO2

Simelys Hernandez Ribullen: Venerdì 26 Settembre 2025

I partecipanti, suddivisi in squadre, si affrontano nella sfida del secolo, la riduzione della CO2! Ogni squadra deve collegare tra loro atomi di carbonio, ossigeno, ed idrogeno con apposite asticelle (i legami chimici) per formare molecole. Ogni molecola dà un punteggio, calcolato secondo il suo costo di mercato. A fine gioco, vince la squadra che ha fatto più punti! Evento nelle scuole

  • Squishy Science: attraversare i segreti dei fluidi

Michel Orsi: Venerdì 26 Settembre 17:00 - 23:59 - Castello del Valentino e Orto Botanico

Come fa un liquido a diventare solido se lo colpisci? Scopriremo i segreti dei fluidi facendo esperimenti e simulazioni ad alto impatto visivo. Tra capillarità, tensione superficiale, fluidi non-Newtoniani, rifrazione della luce e molto altro osserverai una scienza che si muove, si deforma e si applica alla vita quotidiana.

  • Batterie del futuro: post-litio e tecnologie solide

Silvia Porporato: venerdì 26 settembre 2025 dalle ore 19.00 ale ore 20.00 – primo piano Castello del Valentino

Scopri le tecnologie che superano il litio: batterie agli ioni di sodio, zinco ed elettroliti solidi, anche ottenuti da materiali di scaro come i parabrezza. Scopriremo insieme come funzionano le membrane solide e assembleremo celle elettrochimiche usando frutta e ortaggi come patate e limoni. L'energia del futuro è già qui!

  •  Celebrando 100 anni di Meccanica Quantistica: La trama relazionale della Natura.

Lucrezia Ravera: Venerdì 26 settembre 2025 dalle ore 18:00 alle ore 19:00 - Corte d’onore del Castello del Valentino

Esploreremo insieme l’interazione tra fisica, fisica matematica e filosofia della fisica nella descrizione e modellizzazione della realtà, dalle teorie classiche alla Meccanica Quantistica. Scopriremo il ruolo delle simmetrie come principio guida nella formulazione delle leggi fisiche e la loro rilevanza epistemologica ed ontologica nell’interpretazione della realtà. Approfondiremo gli aspetti relazionali della Meccanica Quantistica, tramite semplici esempi, mettendo in luce le sue implicazioni concettuali e il suo impatto sulla nostra comprensione del mondo fisico. L’incontro sarà anche un’occasione per celebrare il centenario della Meccanica Quantistica, con una riflessione critica sulla sua evoluzione e sul suo significato nel contesto scientifico e filosofico contemporaneo

  • Internet delle cose: verso l'autonomia energetica

Andrea Rubino: sabato 27  settembre dalle ore 16.00 alle ore 17.00 – Corte del Castello del Valentino

L’Internet delle Cose è ovunque, ma come alimentare miliardi di sensori senza batterie? Scopriamo i progressi nella raccolta e stoccaggio di energia da fonti come la luce solare, e le sfide ancora aperte per un’innovazione davvero sostenibile. Come continua la ricerca? Un futuro di integrazione: all in.

 

  •  Facciamo ordine in cucina!

Elena Simone: Venerdì 26 settembre 2025 dalle 17:00 alle 24:00. Castello del Valentino, l’Orto Botanico e le aree adiacenti.

Ingegneria dei cristalli e scienze alimentari. I cristalli sono ovunque: nel gelato che amiamo, nel cioccolato che ci conforta, nei prodotti che usiamo ogni giorno. Spesso invisibili, ma essenziali, questi microscopici architetti della materia influenzano la consistenza, la stabilità e persino il piacere sensoriale degli oggetti che ci circondano. Durante questo evento, esploreremo il mondo affascinante dei cristalli. Attraverso esempi concreti e attività interattive rivolte anche ai più piccoli, scopriremo come ogni cristallo possieda una “personalità” unica, capace di influenzare profondamente le proprietà dei sistemi in cui si forma.

  • Scatti di Laboratorio: i tessuti che curano

Veronica Vighetto: sabato 27 settembre 2025 dalle 10 alle 18, Castello del Valentino Aree Mostre M

È possibile coltivare tessuti in laboratorio? L’ingegneria tissutale lo sta già facendo! Scopri come la pelle, cartilagini e altri tessuti si possono “costrutire’ grazie a cellule, biomateriali.e tanta ricerca. Un percorso fotografico e attività interattive ti porteranno al cuore di questa rivoluzione biomedica

  •   Dalla meccanica quantistica alle innovazioni tecnologiche

Francesco Buccheri: Venerdì 26 Settembre 22:00 - 23:00 - Castello del Valentino Area Talk T1

Nell'ultimo secolo, la meccanica quantistica ha rivoluzionato la nostra idea del mondo e la nostra vita di tutti i giorni. Rivedremo insieme le idee di fondo, le tecnologie che ne sono scaturite e quelle in via di sviluppo: dai sensori quantistici, telecomunicazioni e fotonica fino al computer quantistico.

  • Tecnologie antistatiche per analisi biomediche più precise

Peng Zhang: Venerdì  26 Settembre 17:00 - 23:59 - Castello del Valentino e Orto Botanico

L’elettricità statica sulle superfici plastiche può falsare i risultati delle analisi biomediche, causando errori e contaminazioni. Studiamo materiali antistatici e strategie ambientali per eliminare questa interferenza, migliorando così la precisione dei test, fondamentali per diagnosi più affidabili.

 

A Mondovi:

  • Il futuro a Mondovì

Alberto Tagliaferro: Sab, 27 Settembre 17:00 - 19:00 - Politecnico di Torino – Sede Mondovì

Vuoi scoprire dove nasce l’innovazione? Tra ricerca e sperimentazione, si aprono scenari che parlano di competenze, ambiente e sviluppo. La sede monregalese del Politecnico di Torino organizza una conferenza sull'Intelligenza Artificiale e visite guidate ai Laboratori di Ricerca e Trasferimento Tecnologico attivi presso la sede. L’obiettivo è rendere partecipe la cittadinanza di un argomento di attualità che avrà ripercussioni sulle vite future di tutti, ma anche condividere le attività di frontiera che si sviluppano presso la sede e che la rendono un punto di riferimento a livello nazionale e non solo. I cittadini verranno accompagnati nei vari laboratori e verranno loro illustrate le attività che vi hanno luogo, che riguardano ad esempio la stampa in 3D, il monitoraggio dei segnali delle piante ed altre attività ad elevato impatto sulla sostenibilità ambientale. Inoltre, alcune scuole superiori allestiranno presso la sede delle postazioni in cui presenteranno delle attività svolte dai loro studenti.

 

A Biella:

  • Sport e Scienza: dietro le quinte dell'abbigliamento sportivo

Ada Ferri: Venerdì, 26 Settembre 10:00 - 16:00 - Campus di Città Studi Biella

Un laboratorio per scoprire il legame tra tecnologia, materiali e prestazioni nello sport. Attraverso dimostrazioni pratiche, i partecipanti visiteranno il Comfort Lab del Politecnico, dove si analizzano capi tecnici per valutarne comfort e funzionalità. Un’occasione per esplorare come la ricerca scientifica migliori l’abbigliamento

 

Il programma completo su  https://unightproject.eu/it/eventi/la-notte-europea-delle-ricercatrici-e-dei-ricercatori-torino?sort=default

 

Il Laboratorio Prove Fuoco ad Alessandria

by Federico CAROSIO

Il Laboratorio Prove Fuoco Materiali Polimerici si trova presso la sede distaccata di Alessandria del Politecnico di Torino. Il laboratorio, fondato nei primi anni 2000 dal Professore Giovanni Camino, risponde alla necessità, sempre attuale, di utilizzare e sviluppare materiali caratterizzati da un elevato livello di sicurezza al fuoco.

Le prove disponibili presso il laboratorio valutano principalmente le caratteristiche di reazione al fuoco andando a testare il comportamento di un materiale in condizioni riconducibili alle diverse fasi dello sviluppo di un incendio.  In particolare i test di reazione all’applicazione di una piccola fiamma (declinati su diverse tipologie di norme legate a campi di applicazione differente, ad esempio UL94, misura indice di ossigeno, etc.) valutano la propensione di un materiale ad innescare un principio di incendio.  Complementari risultano i test effettuati con cono calorimetro a consumo di ossigeno (norma di riferimento ISO 5660). Questo test valuta la reazione di un materiale all’applicazione di un flusso di calore paragonabile ad un incendio nelle sue prime fasi. Lo strumento restituisce parametri legati alla velocità di rilascio di calore e la produzione di fumi fornendo dati importanti legati alla propensione del materiale a propagare un incendio e alla sua pericolosità per quanto riguarda la quantità e densità ottica di fumi prodotti.

Il laboratorio ha visto nel corso degli anni crescere la sua dotazione al fine di adeguarsi alle richieste provenienti dalle aziende e alle necessità dei gruppi di ricerca della sede. È stato sviluppato un test di resistenza al fuoco su piccola scala pensato per valutare la capacità di un materiale di mantenere le caratteristiche di integrità strutturale durante l’applicazione di una fiamma e quindi indicativo come screening per test su larga scala.

Di particolare importanza il test di non combustibilità (ISO 1182) che viene principalmente utilizzato per valutare il possibile impiego di materiali isolanti in ambito navale. Proprio in questo campo il gruppo di ricerca operante presso la sede di Alessandria ha recentemente sviluppato un processo per la produzione di un materiale isolante ibrido polimerico in grado di superare il test di non combustibilità.

Questo materiale, caratterizzato da una bassa densità (< 25 kg/m3), si pone in forte competizione con i materiali a base di fibre minerali, comunemente utilizzati in ambito navale, come la lana di roccia che presentano densità maggiori (> 40 kg/m3) e impattano negativamente sulle caratteristiche di stabilità della nave e consumo di carburante.

Electrochemistry Group & Friends – Un incontro per costruire comunità

by Silvia Bodoardo

Il 20 giugno, presso il Dipartimento di Scienza Applicata e Tecnologia (DISAT) del Politecnico di Torino, si è tenuto l’evento Electrochemistry Group & Friends: un pomeriggio di scambio e confronto tra il gruppo di elettrochimica e diversi altri gruppi di ricerca dell’Ateneo che operano nel settore delle batterie e in ambiti affini.

L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di favorire la conoscenza reciproca, promuovere lo spirito di comunità e stimolare la creazione di nuove sinergie, in particolare tra le giovani ricercatrici e i giovani ricercatori. Attraverso presentazioni brevi, discussioni aperte e momenti informali, i partecipanti hanno avuto modo di esplorare progetti, condividere sfide e porre le basi per future collaborazioni.

Creare rete e coesione tra persone che, pur operando nello stesso ambito, non sempre hanno occasioni di dialogo diretto, è stato il cuore di questo appuntamento. Perché la ricerca non è solo produzione di conoscenza, ma anche condivisione, dialogo e collaborazione.

Un grazie a tutte e tutti i partecipanti per l’entusiasmo e la voglia di mettersi in gioco. Una grande occasione per conoscersi e per ricordarci che la ricerca è condivisione e collaborazione. Buon futuro!